Recensione Molix Millerighe EVO, Vintage

I Millerighe sono Egi che hanno raggiunto sempre più anglers che praticano lo spinning ai cefalopodi, sia da riva che dalla barca. Personalmente, li ho sempre utilizzati, realizzando carnieri notevoli da riva e prede di taglia importante, sia calamari che seppie. Al momento ne esistono due tipologie; EVO e Vintage. Gli Evo si differenziano per l’utilizzo dei tessuti Keimura. I Vintage invece riprendono la combinazione di colori tra guscio e tessuti che hanno fatto la storia dell’eging.
Caratteristiche generali: il Millerighe è un Egi sagomato, esteticamente riprende il carapace di un gambero dalla linea accattivante. Il rivestimento è estremamente resistente ai morsi dei cefalopodi,  è ottenuto tramite tessuti di alta qualità; Keimura nella serie “EVO”, caratterizzato dalla capacità di riflettere maggiormente i raggi UV che sono quelli che arrivano negli strati più profondi dell’acqua.
Le colorazioni, ottenute tramite l’accostamento tra guscio e tessuto, sono svariate, per tutti i gusti e gli utilizzi in base alle condizioni di luce e dell’acqua; traslucide, glow, realistiche, e ricche di contrasti cromatici. Tutte le colorazioni hanno inoltre dei particolari glow; la fascetta prima dei cestelli o la bordatura glow degli occhi; che ne aumenta il potere catturante.
La forma slanciata, compatta e il bilanciamento perfetto aiutano a lanciare l’egi a grandi distanze, fondamentale se si pesca dalla costa, per “battere” più acqua.
Il cestello: il cestello utilizzato per entrambe le serie è ampio garantisce ferrate sicure e precise, riducendo le slamate durante il recupero. Gli aghi montati sfalsati tra i due cestelli sono estremamente sottili e affilati, sono realizzati in carbonio e trattati con uno speciale finissaggio anti ruggine e corrosione che ne miglior la resistenza. Anche questa caratteristica ne migliora notevolmente l’assetto in acqua. L’artificiale si presenta notevolmente bilanciato nell’affondamento, in posizione di stop sul fondo e reattivo alle jerkate.
Quando utilizzare un millerighe?
Questa è una domanda che può risultare scontata ma in realtà esiste di base esiste una risposta tecnica che poi si rileva scientifica per chi dedica tanto del suo tempo nel praticare l’eging.
I millerighe, sia la versione 2,5 ma soprattutto la taglia 3.0, sono artificiali che si distinguono per la lunga gittata. E’ chiaro che tale caratteristica rappresenta una marcia in più in caso di vento laterale o peggio ancora frontale. Ciò ci consente così di rimanere in pesca in condizioni non proprio ottimali, raggiungere distanze in condizioni favorevoli.
La distanza nello spinning ai cefalopodi può rivelarsi provvidenziale. In molti spot i calamari cacciano lontano della riva e ciò può rappresentare un vantaggio strategico in questo senso. Dicasi la stessa cosa per le seppie, più fondale a disposizione abbiamo da scandagliare, più aumenta notevolmente la probabilità di intercettare più esemplari.
I Millerighe non temono affatto la corrente, anzi la gestiscono in modo ottimale consentendo di non perdere il contatto con il fondo o con lo strato d’acqua di nostro interesse. I Millerighe rappresentano il giusto compromesso tra la modalità shallow ed il deep; raggiungono il fondo alla giusta velocità in relazione alle condizioni, risultando così unegi estremamente versatile. Questa caratteristica consente di raggiungere agevolmente lo stato d’acqua desiderato in caso di strike precedenti nel medesimo punto. Proprio gli spot esposti alle correnti marine, rappresentano gli habitat ideali dei cefalopodi.
La mia esperienza mi porta a dire che i Millerighe, non a caso siano gli egi più utilizzati e catturanti nello Stretto di Messina, dove vivo. Un tratto di mare altamente complicato per via delle correnti impetuose. Personalmente non ho mai rinunciato al loro impiego, anzi per chi frequenta spot profondi ed impegnativi essi rappresentano certamente una marcia in più, in molti casi il vero segreto per collezionare carnieri inaspettati.

Salvatore Filloramo